L’oliveto rappresenta una sorta di spaccato vivente naturale sulla storia degli ulivi, sia come tipologie ed esemplari di piante, sia nei metodi di potatura e conduzione. Dopo un abbandono di oltre 20 anni, nel 2008 è iniziata l’attività di ripristino dell’oliveto nell’ottica principale di salvaguardare il paesaggio agricolo marchigiano e quindi mantenere il più possibile la convivenza dell’olivo con le altre specie arboree e arbustive nate spontaneamente.
L’oliveto è composto da circa 700 piante prevalentemente di varietà Leccino e in piccola parte di varietà Raggia. Sono presenti anche alcuni esemplari di Mignola e di Ascolana Tenera.
Nell’attuazione di un’”agricoltura paesaggistica”, si è voluto tutelare il particolare aspetto di questo paesaggio rurale marchigiano e di farlo fruire alla comunità per attività di mobilità dolce e la raccolta di erbe e frutti spontanei. Si organizzano inoltre attività didattiche per scolaresche e per la cittadinanza, come la raccolta delle olive aperta a tutti e la molitura dimostrativa sul campo.